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Recensione Spirit Tracks 1/3

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Ganon 93
view post Posted on 16/5/2011, 14:31     +1   -1




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ZELDA' S DRAMA

Il gioco Non solo si rifà alle medesime meccaniche del capitolo precedente per DS, non solo riprende il toon shading visto in Wind Waker, ma la sua stessa trama prolunga il filo narrativo ben oltre i due episodi appena citati.
L’inizio, del resto, è con il botto. Fare luce su uno qualsiasi degli aspetti della trama, sarebbe indubbiamente un reato di cui non vogliamo macchiarci, ma rivelarne i più superflui risvolti è necessario per la progressione dell’analisi. Innanzi tutto dovete essere pronti a diversi riferimenti a personaggi e situazioni che avete vissuto in Phantom Hourglass. In qualche modo infatti il regno del capitolo precedente e quello di Spirit Tracks sono collegati, e in questo caso è facilmente determinabile un ordine cronologico tra i due episodi.
La situazione poi, non perde tempo per peggiorare e presentarci immediatamente il compito da portare a termine. La Torre Degli Spiriti è andata in pezzi, indebolendo la barriera magica che impedisce all’oscuro signore del Male, Malladus, di fare il suo ritorno. L’unico modo per riportare l’ordine è ripristinare le Spirit Tracks del titolo, ovvero la fitta rete ferroviaria che non serve solo per permettere il passaggio dei treni, ma anche per catalizzare l’energia magica e convogliarla nella torre appena nominata. Tutto estremamente familiare e già sentito, se non fosse per la forza drammatica con la quale sono rese le primissime ore dell’avventura. Abituati ai toni tenui e fanciulleschi tanto cari alla saga, lo shock emotivo sarà tanto più forte quando il nemico di turno sarà presentato con un fare così luciferino da far apparire Ganon un simpatico bricconcello. Ancora più incredibile il personaggio della Principessa Zelda. Negli anni, con la sola eccezione di Ocarina Of Time, siamo stati abituati a vederla come una combattiva, ma pur sempre pacata ed elegantissima nobile. Genererà stupore allora vederla perdere il controllo in più di un’occasione, vederla, per una volta, umanamente più attaccata alla sua sorte che a quella del suo Regno e del suo popolo. E’ un vero peccato dunque, che una tale forza drammatica venga persa per un lungo tratto dell’avventura, prima del finale anch’esso molto forte emotivamente. L’azzardo riuscitissimo dell’incipit infatti, lascia presto il posto a una narrazione ancora dominata dai classici dialoghi fanciulleschi propri di un mondo sempre in pericolo, ma mai del tutto cosciente delle forze maligne che lo abitano. In più manca l’irrefrenabile simpatia del pirata Linebeck, che in Phantom Hourglass aveva dato un brio inaspettato alla sceneggiatura.
Tirando le somme la trama di Spirit Tracks è un esperimento incredibilmente affascinante e per lo più riuscito. Là dove la forza drammatica viene meno purtroppo manca un personaggio come Linebeck a mantenere viva l’attenzione del videogiocatore. Così com’è, l’avventura per una buona parte vive più per le meccaniche del gameplay che per la sceneggiatura. Che non manca mai di interessare e intrattenere, certo, ma pecca leggermente di quel quid che avrebbe potuto regalarci uno degli Zelda più intriganti mai giocati.

font: everyeye
 
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